Il “nuovo” PNRR Cosa cambia per il settore dell’energia
Lo scorso 27 luglio il Governo ha divulgato la bozza di testo contenente le proposte di modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il nuovo programma REPowerEU. Le modifiche riguardano 144 investimenti e riforme e sono suddivise in: 1) modifiche per l’eliminazione dal PNRR di alcune misure, che saranno finanziate attraverso altri fondi (es. Piano Nazionale Complementare e i fondi di coesione); 2) modifiche di riallocazione e riorganizzazione delle misure. Un esempio della prima tipologia di modifica riguarda gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (Misura M2C4 – Investimento 2.2 – progetti in essere in capo alle amministrazioni comunali), che nelle intenzioni del Governo saranno totalmente definanziate dal PNRR e riallocate sui fondi nazionali. Un esempio invece della seconda tipologia di modifica riguarda le comunità energetiche (Misura M2C2– Investimento 1.2). L’investimento mira come noto a fornire sostegno alle comunità energetiche, in particolare in comuni con meno di 5.000 abitanti allo scopo di consentire l’installazione di almeno 2 000 MW di capacità aggiuntiva da fonti rinnovabili, per una produzione indicativa di 2 500 GWh/anno, accoppiati a sistemi di stoccaggio dell’energia. Il Governo propone, ma senza specificare il come e senza fornire dettagli quantitativi, di ridefinire le modalità di erogazione del sostegno, ridurre i target finali di produzione della capacità installata e di eliminare completamente l’obiettivo della produzione indicativa.
Oltre a queste modifiche, che appaiono al momento piuttosto generiche e che sono destinate a creare non pochi problemi ai soggetti attuatori, molto più rilevante per il mondo dei professionisti è il nuovo Capitolo Repower EU , che vale circa 19 miliardi, di cui circa 3 sono risorse aggiuntive erogate dalla Commissione e il resto sono risorse che derivano dalla riallocazione dei fondi del PNRR e dai fondi di coesione. Il capitolo Repower, che si pone l’obiettivo di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, diversificare gli approvvigionamenti e incentivare l’efficienza energetica degli edifici, si compone di 3 capitoli (Reti, Transizione verde ed efficientamento energetico e Filiere) e di alcune riforme settoriali, come la riduzione dei costi di connessione alle reti della produzione di biometano, lo sviluppo delle Green Skill , la definizione di un Testo unico rinnovabili.
Il primo investimento di REPowerEU (Reti – Tab 1) contiene un primo gruppo di progetti volti al rafforzamento strategico delle reti elettriche di trasmissione e distribuzione dell’energia (subchapter A), tra cui anche il collegamento a corrente continua Italia–Corsica–Sardegna per lo scambio di energia elettrica tra la terraferma italiana, la Corsica e la Sardegna. Un secondo gruppo di progetti riguarda invece le reti di trasmissione del gas (subchapter B), nella prospettiva della conversione degli impianti al trasporto di idrogeno.
Tab. 1 Primo investimento – Reti
Il secondo investimento (Transizione verde ed efficientamento energetico- Tab.2) si concentra su 4 aspetti: 1) la produzione di energie rinnovabili (subchapter A); 2) le misure a favore delle attività produttive (subchapter B), tra cui gli incentivi Transizione 5.0 green e i crediti di imposta e 3) gli investimenti dedicati all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato (subchapter C) e infine il cosiddetto eco bonus sociale che mira a promuovere l’efficientamento energetico delle abitazioni delle famiglie a basso reddito per affrontare il problema della povertà energetica. Nel complesso sono 10 investimenti che assorbono complessivamente circa 15 miliardi di euro.
Tab. 2 Secondo investimento – Transizione verde e efficientamento energetico
L’ultimo investimento (Filiere- Tab.3) si concentra sulle misure di sostegno alle catene del valore, per la competitività del sistema Italia, focalizzandosi sulla promozione delle filiere dell’energia rinnovabile, soprattutto nella prospettiva dell’economia circolare e del recupero dei materiali rari. Le 2 proposte intendono l’approvvigionamento delle materie prime critiche e l’adozione di tecnologie net zero a supporto delle filiere del made in Italy.
Tab. 3 Terzo investimento – Filiere