Preimballaggi
I preimballaggi o preconfezionati sono prodotti che vengono confezionati in assenza dell’acquirente e messi in vendita in involucri sigillati o a chiusura ermetica (o comunque a sistema di chiusura autodistruggente) contenenti quantità predeterminate e costanti di prodotto. Tale quantità non può essere modificata a meno di una palese alterazione dell’imballaggio.
In base a tali caratteristiche sono pertanto da ritenersi preimballaggi la maggior parte dei prodotti preconfezionati, sia alimentari che non (caffè, pasta, biscotti, tonno, acqua minerale, vino, birra, latte ecc., ma anche detersivi, prodotti chimici, vernici ecc.).
Non sono invece classificabili come preimballaggi le confezioni di frutta, verdura, carne fresca ecc. che si trovano sui banchi di molti esercizi commerciali: in tal caso si parla più propriamente di prodotti prepesati. Essi infatti, pur confezionati in assenza dell’acquirente, non hanno un valore ponderale predeterminato e costante; inoltre l’involucro non è sigillato né a chiusura ermetica.
Le norme relative al settore dei preimballaggi si articolano in due gruppi principali:
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la normativa comunitaria che si pone l’obiettivo di garantire la libera circolazione dei prodotti all’interno dei paesi membri, fissando una serie di requisiti e standard comuni e i relativi metodi di controllo;
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la normativa nazionale, rivolta ai soli prodotti destinati a circolare sul territorio nazionale, tesa a garantire la tutela dei consumatori per transazioni commerciali di tipo quantitativo effettuate in assenza dell’acquirente.
Entrambe le normative, comunque, mirano sostanzialmente a garantire la conformità del contenuto effettivo del preconfezionato con quello nominale indicato sull’imballaggio, entro i limiti delle tolleranze di legge fissate per le singole categorie di prodotti.