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Il protocollo ITACA si aggiorna ai CAM edilizia: pubblicata la nuova norma UNI/Pdr 13:2019

UNI, Ente Italiano di Normazione, e ITACA, Istituto per l’Innovazione e la Trasparenza degli Appalti e Compatibilità Ambientale, hanno pubblicato la prassi di riferimento UNI/PdR 13:2019 “Sostenibilità ambientale nelle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità” che sostituisce la precedente UNI/PdR 13:2015 e che traduce in Prassi il Protocollo ITACA, introducendo tra le novità l’adeguamento alla normativa tecnica ed ai Criteri Ambientali Minimi, indicazioni di carattere tecnico imposti da decreti del Ministero dell’ambiente e inseriti nel nuovo Codice dei contratti pubblici per attuare il Piano nazionale sugli acquisti verdi della Pubblica amministrazione. In pratica, secondo le nuove norme, che recepiscono disposizioni europee del 2003, le pubbliche amministrazioni devono scegliere di acquistare beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nelle fasi di produzione, utilizzo e smaltimento.
L’art.34 del D.Lgs 50/16 (il “nuovo Codice Appalti”) e s.m.i. ha introdotto l’obbligo per le stazioni appaltanti dell’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi (CAM) adottati in prima istanza con il DM 24 dicembre 2015. Fra i CAM edilizia ed i protocolli di sostenibilità degli edifici esiste un legame diretto, in quanto il decreto specifica che “la stazione appaltante può trovare utile selezionare i progetti sottoposti a una fase di verifica valida per la successiva certificazione dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale” e che la stessa “potrà usare tali protocolli per verificare la rispondenza a un criterio solo se, per l’assegnazione della certificazione, sono compresi i requisiti di cui ai criteri inseriti nel presente documento di CAM con livelli di qualità e prestazioni uguali o superiori”.
Queste frasi un po’ criptiche nella sostanza significano che l’applicazione di un protocollo di sostenibilità come ad esempio ITACA può facilitare tutti gli attori coinvolti nel processo costruttivo, a partire dai committenti fino al contractor e ai fornitori, in quanto non solo prevede molti requisiti compatibili con i CAM, ma anche la verifica terza finale che certifica l’edificio, dando garanzia del risultato ottenuto.
Vediamo allora come il Protocollo ITACA cerca di relazionarsi ai CAM introducendo delle modifiche alla precedente prassi di riferimento UNI/PdR 13:2015.
Le prassi di riferimento, in generale, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione europea”, come definiti all’art. 2, punto 2) del Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI. Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione, entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.
La prassi di riferimento UNI/PdR 13:2019, nello specifico, consente di formulare un giudizio sintetico sulla performance globale di un edificio, assegnando un punteggio indicativo del livello di sostenibilità ambientale. Si tratta quindi di un utile strumento per il progettista, di controllo e di indirizzo per la pubblica amministrazione, e di supporto alla scelta del consumatore.
Il documento, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e adottato da numerose regioni, è uno strumento basato sulla legislazione e sulla normativa tecnica in materia di edilizia sostenibile e perciò pone la massima attenzione nella conformità alla normativa di riferimento. L’utilizzo di tale strumento è poi disciplinato dal Regolamento RT-33 di ACCREDIA che ha istituito il sistema nazionale di accreditamento e certificazione, svolto in ambito volontario, a sostegno delle politiche nazionali e regionali per lo sviluppo della sostenibilità ambientale delle costruzioni.
La nuova UNI/PdR 13:2019 scaricabile gratuitamente, previa registrazione al portale ITACA , è strutturata in tre sezioni:

  • La sezione 0 fornisce l’inquadramento generale e i principi metodologici alla base del sistema di analisi per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici, ai fini della loro classificazione attraverso l’attribuzione di un punteggio di prestazione;
  • La sezione 1 specifica i criteri sui quali si fonda il sistema di analisi multicriteria per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici residenziali;
  • La sezione 2 chiarisce i criteri sui quali si fonda il sistema di analisi multicriteria per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici non residenziali.

Il risultato del lavoro di modifica ha riguardato pochissime variazioni degli aspetti metodologici contenuti della Sezione 0 mentre molto più corposo il restyling della Sezione 1 relativa agli edifici residenziali con un aumento del numero dei criteri e le modifiche di quelli presenti nella versione precedente. In particolare sono state toccate le aree di valutazione riguardanti i materiali dove è evidente come si sia ricercata la conformità con i CAM Edilizia.
Nello specifico aspetto dei materiali i CAM, con l’intero paragrafo 2.4, pongono notevole attenzione sui materiali riciclati, sulle certificazioni di cui tali materiali sono dotati, sulle caratteristiche di rinnovabilità, sul provenire da contesti produttivi locali e sul poter essere facilmente smontabili, ed eventualmente riutilizzabili, in fase di fine vita dell’edificio. Inoltre, molte di queste valutazioni sono fatte a partire dalle percentuali in peso dei materiali che presentano le caratteristiche richieste rispetto al peso totale dell’edificio. Nella precedente versione della Prassi gli indicatori erano espressi come percentuale in volume o in superficie e pertanto l’avvicinamento alle disposizioni dei CAM ha comportato una completa rivalutazione degli indicatori e delle scale di prestazione che servono ad assegnare i punteggi ad ogni singolo criterio.
Cambiamenti su alcuni criteri sono stati poi promossi da alcune novità nelle pratiche tecniche degli ultimi anni come, ad esempio, l’affermarsi del BIM oppure il ricorso sempre più frequente alla mobilità elettrica o comunque a basso impatto ambientale.
Per quanto riguarda la Sezione 2 della PdR 13:2019, seppur formalmente sia da ritenersi una parte totalmente nuova, in realtà è una versione che modifica il Protocollo ITACA per edifici non residenziali del 2015. Le motivazioni che hanno portato alla redazione della Sezione 2 sono le stesse delle altre due parti: un adeguamento alle novità normative e tecniche con particolare riguardo all’introduzione dei CAM edilizia e con l’obbiettivo di rendere la Prassi uno strumento maggiormente utilizzabile quando si abbia a che fare con i CAM.
Le peculiarità della Sezione 2 riguardano le differenti tipologie di edifici destinati ad uffici, scuole, attività produttive, attività commerciali ed attività ricettive. La pluralità di destinazioni d’uso comporta un numero di criteri maggiore rispetto alla sezione relativa ai soli edifici residenziali.
Il documento si applica ai fini del calcolo del punteggio di prestazione di edifici residenziali e non residenziali, di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni importanti che coinvolgano l’intero edificio.
Per un Protocollo dal carattere così fortemente istituzionale e così attento alle variazioni normative come il Protocollo ITACA l’introduzione dei CAM Edilizia ha rappresentato, dunque, un elemento di novità di cui non si poteva non tenere conto, pertanto molte delle modifiche effettuate traguardano l’obbiettivo di avvicinare il Protocollo ai CAM e di semplificarne l’applicazione anche se i protocolli di sostenibilità hanno dei costi di realizzazione piuttosto onerosi.
Le imprese che vogliono lavorare con il Sistema Pubblico devono disporre di prodotti, servizi e organizzazioni che rispettino i criteri ambientali minimi stabiliti e conformarsi alle prescrizioni previste, anche se tutto ciò rischia di diventare una sorta di barriera di oneri burocratici pressoché invalicabile per le piccole imprese come recentemente segnalato da Confartigianato con l’auspicio di una revisione dei criteri ambientali minimi e di una semplificazione delle procedure.
Per la soluzione delle problematiche connesse, il servizio “Risposte a quesiti” attivato da questo “Sportello Energia” (vai alla pagina) si è organizzato per rispondere alle richieste degli utenti anche in questo settore.

Arch. Ph.D. Teresa Cervino
Energy consultant Promo PA Fondazione