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La cessione del credito “ECOBONUS” traina l’efficienza energetica

 “L’efficienza energetica rimane la pietra angolare della transizione verso un futuro energetico più pulito, sicuro e sostenibile” ha dichiarato nella prefazione del Rapporto annuale sull’efficienza energetica il presidente dell’Enea, Federico Testa, sottolineando che occorrono politiche forti capaci di superare le barriere all’efficienza, caratterizzate da tempi di ritorno degli investimenti superiori a quanto i consumatori o le industrie accettino, o dalla mancanza di consapevolezza e di informazione, soprattutto da parte di potenziali investitori.

Per far fronte a tali barriere il Paese ha risposto con incentivi e meccanismi di finanziamento rivolti sia ai consumatori domestici che alle aziende ed alla PA. In questo ambito l’ENEA ha svolto un ruolo centrale supportando il Governo nell’individuazione di strumenti e meccanismi per incentivare l’efficienza energetica, fra cui la cessione del credito.

Si tratta di un meccanismo introdotto dal 1° gennaio 2016 per facilitare la fruizione delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ai sensi della legge 296/2006 (Ecobonus) che nel tempo ha subito modifiche, per cui le regole da osservare sono diverse a seconda dell’anno in cui sono stati effettuati gli interventi. I cambiamenti hanno riguardato sia gli interventi per i quali è consentita la cessione del credito che la tipologia dei contribuenti. Di seguito la sintesi dell’evoluzione normativa in materia di cessione del credito (Tabella 0.0)

Tabella 0.0 Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate per le modalità di cessione del credito (Fonte: ENEA)

 

Parlando di numeri l’Ecobonus  ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di megawattora, l’equivalente del consumo medio annuo di energia elettrica e termica di una città di 2,5 milioni di abitanti.

Attraverso tale meccanismo sono stati incentivati circa 335.000 interventi con oltre 3.3 miliardi di euro di investimenti attivati, di cui un terzo destinati alla sostituzione dei serramenti, circa il 30% alla coibentazione dell’involucro e più di un quarto alla climatizzazione invernale. Da queste tre tipologie di intervento deriva quasi il 90% dei risparmi energetici conseguiti nel 2018, pari a 1.155Gwh/anno. Come evidenziato nella tabella estratta dal RAEE (Tab. 0.1) gli interventi sull’involucro, caratterizzati da una vita utile trentennale sono quelli che presentano il miglior costo-efficacia, con un investimento che varia dai 9 agli 11 centesimi di euro per ogni kWh risparmiato nell’arco di tempo considerato.

In tabella 0.2 è riportato l’elenco degli interventi agevolati attraverso l’Ecobonus

Tabella 0.1. Ecobonus: interventi, investimenti (milioni di euro, M€) risparmi (energia finale, GWh/anno), vita utile (anni) e costo efficacia (€/kWh), anno 2018

Tabella 2.3 Interventi di riqualificazione energetica incentivati con Ecobonus (Fonte: ENEA)

 

Risultati molto positivi si registrano anche per le altre tipologie di incentivi, secondo il RAEE, a cominciare dal Conto Termico, destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella PA: lo strumento ha registrato infatti un balzo in avanti del 115% con 93 mila richieste totali e un incremento del 90% delle incentivazioni ottenute a 190 milioni di euro. Sempre restando agli interventi di efficientamento nel pubblico, il programma di riqualificazione energetica della Pa centrale (PREPAC) ha raccolto 100 proposte progettuali per oltre 177 milioni di euro, mentre i certificati bianchi per incentivare l’efficienza nelle imprese hanno comportato minori importazioni di energia elettrica e gas per 14 milioni di megawattora, con un risparmio di 400 milioni di euro sulla fattura energetica nazionale.

Ritornando alla cessione del credito, importanti le novità introdotte dalla Legge n°58 di conversione del DL Crescita 34/2019 entrata in vigore il 30 giugno scorso che introduce la possibilità di cedere l’Ecobonus sotto forma di sconto diretto sui lavori di riqualificazione energetica.

L’art. 10 infatti introduce una nuova modalità di cessione del credito oltre che per l’adozione di misure antisismiche anche per interventi di riqualificazione energetica, come il cappotto termico o l’installazione del fotovoltaico che negli ultimi anni aveva subito un tracollo dovuto alla difficoltà nel reperire informazioni affidabili sui vantaggi dell’autoconsumo, la scarsa conoscenza delle semplificazioni amministrative, l’incapacità di valutare la reale convenienza dell’investimento e infine gli alti tassi di interesse sui finanziamenti. Una novità di grande spessore che potrebbe far rivalutare ai consumatori l’ opportunità di investire in questo tipo di energia alternativa, puntando così sull’autoconsumo per ridurre i costi in bolletta negli anni a venire.

Il nuovo provvedimento, tuttavia, non abroga le modalità di cessione dei crediti d’imposta già vigenti ai sensi dell’art. 14 e 16 del DL 63/2013. Sarà quindi ancora possibile cedere il credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi di riqualificazione energetica seguendo le modalità prescritte dalla guida dell’Agenzia delle Entrate del 2019[1] sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico.

Il contenuto dell’articolo 10, recita testualmente:

Con l’obiettivo di incentivare la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico, superando alcune criticità operative riscontrate nel funzionamento dello strumento della detrazione fiscale, la disposizione, integrando i meccanismi esistenti, introduce la possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi […] di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Tale contributo è recuperato dal fornitore esclusivamente sotto forma di credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità.

La parte fondamentale sta nel superamento dell’attuale sistema della detrazione fiscale (50% della spesa, spalmata in 10 anni al netto della capienza in termini di reddito), passando alla “possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante“. In parole povere, l’utente finale andrebbe a spendere il 50% della cifra complessiva (intascando pertanto fin da subito quello sconto del 50% che prima era possibile detrarre in 10 anni), mentre il fornitore andrebbe ad intascare questo 50% sotto forma di credito da riscattare in 5 anni (o cedere a terzi).

La corresponsione alternativa allo sgravio dell’IRPEF da parte del richiedente in termini di “sconto” sul dovuto da parte delle aziende può dunque agevolare gli interventi anche per chi non ha liquidità finanziaria o per chi ha un basso carico IRPEF. Lo strumento diventa interessante inoltre se cumulato e abbinato con incentivi e aiuti in conto capitale e diretti (vedi ad esempio Conto Termico).

In particolare per gli utenti interessati al fotovoltaico può essere una grande opportunità, per gli installatori rimane tutto da capire: da una parte si tratta di lavorare a credito, sapendo di riscuotere l’intera cifra solo con tempi non certo immediati; dall’altra la mole di lavoro potrebbe rapidamente aumentare, facendo tornare un grande interesse attorno al tema del fotovoltaico.

Al momento non è dato sapersi di più, poiché l’argomento si esaurisce in questa frase contenuta nell’articolo 10. Soprattutto, ci si attende una lunga serie di provvedimenti attuativi, entro il 30 luglio, che faranno entrare più nel dettaglio le dichiarazioni di intento inserite nel testo fin qui approvato. In particolare occorrerà capire:

  • se questo tipo di procedura potrà essere accessibile a tutti i cittadini, anche quelli che in passato hanno già raggiunto i massimali previsti dalle detrazioni per interventi di ristrutturazione;
  • se questo tipo di procedura avrà una qualche limitazione di sorta o se può rappresentare realmente un volano per il fotovoltaico in Italia;
  • se la cessione del credito ai fornitori diventerà un collo di bottiglia per il mercato o se riuscirà invece ad essere un utile strumento per accelerarne lo sviluppo, dato che al momento risulta evidente che la cessione del credito di imposta potrà essere gestita solamente da pochi operatori, in grado di sopportare gli oneri che inevitabilmente andranno a gravare su tutti gli attori del comparto, a partire dalle migliaia di piccole e medie imprese che non potranno fare da “ammortizzatore finanziario”.

Per la soluzione delle problematiche connesse, il servizio “Risposte a quesiti” attivato da questo “Sportello Energia” (vai alla pagina) si è organizzato per rispondere alle richieste degli utenti anche in questo settore.

Arch. Ph.D. Teresa Cervino
Energy consultant Promo PA Fondazione


[1] https://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Agenzia/Agenzia+comunica/Prodotti+editoriali/Guide+Fiscali/Agenzia+informa/AI+guide+italiano/Ristrutturazioni+edilizie+it/Guida_Ristrutturazioni_edilizie.pdf